In quest articolo approfondiremo e analizzeremo la figura professionale dello Startupper, il creatore e fondatore di Startup che viene spesso confuso o frainteso con una figura professionale molto più conosciuta in Italia:
Cerchiamo di fornire una definizione di startup, in cosa consiste questa tipologia di impresa, per poi scoprire le sue caratteristiche,
ottenendo così una panoramica esaustiva sulla professione di oggi e soprattutto del domani!
Startup definizione e significato del termine
Fornirti una definizione chiara e universalmente valida di Startup potrebbe rivelarsi un’impresa titanica.
Sono stati tanti, negli anni, i guru che hanno fornito definizioni "definitive" di startup,
che invece di riuscire in questo specifico intento hanno piuttosto dato il loro contributo per arricchire di tecniche, regole, strumenti e spiegazioni un termine che difficilmente otterrà una definizione univoca.
Analizziamo insieme le definizioni di startup di alcuni dei più famosi e conosciuti guru attivi nel settore di tutto il mondo per capire cosa sono le startup e cosa significa startup.
Steve Blank, fondatore del movimento Lean Startup, ha fornito una definizione di questa, asserendo che "la startup è un un’organizzazione temporanea, che ha lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile".
La definizione di Blank ci aiuta sicuramente ad iniziare a comprendere l’oggetto principale di questo articolo:
stiamo parlando di una tipologia di azienda che, come ci dice il fondatore di Y Combinator, il più importante acceleratore del mondo, Paul Graham: "è concepita per crescere velocemente".
Combinando queste due definizioni è semplice capire quindi che la startup è una tipologia di impresa un tantinello differente da quella tradizionale, caratterizzata soprattutto da questa forte spinta ad una rapida crescita, alla ricerca del modello di business che gli consentirà di farlo in modo scalabile e ripetibile.
Ma vediamo insieme quali sono, più nello specifico, gli elementi distintivi di una startup.
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Startup: requisiti
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Tentativi ed errori (chiamato anche metodo trial and error), fasi di sperimentazione indispensabili per l’elaborazione del business model ideale che consentirà alla startup di ottenere la strategia vincente per crescere;
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Il tipo di crescita, che non dev’essere lineare quanto esponenziale: il modello di business dev’essere scalabile e ripetibile per favorire una crescita in larga scala.
Tra gli elementi distintivi fondamentali di una startup da un’impresa tradizionale figura sicuramente un’analisi del cliente molto più approfondita rispetto all’impresa tradizionale.
Parliamo infatti di un’azienda che dev’essere customer centred, per conoscere approfonditamente la tipologia di cliente a cui si rivolge e comprendere più specificamente il tipo di problema che l’azienda si propone di risolvere.
Uno dei primi step da conseguire quando si decide di fondare una startup è disporre di un solido Problem solution fit:
la dimostrazione che il problema individuato sia effettivamente percepito come tale dalle persone, che rende il problema come percepito e per cui è effettivamente necessaria una soluzione.
Disponendo di un problem solution fit solido, basato su una lunga ricerca e uno studio del cliente a cui il prodotto è destinato, integrando a questi due aspetti un doveroso confronto – diretto o indiretto – con il cliente stesso (mediante interviste, questionari ecc.),
sarà poi consequenziale e altrettanto necessario costruire una prima versione di MVP (acronimo di Minimum Viable Product) che validerebbe il Problem Solution Fit, per poi crearne un secondo per costruire un prodotto teso a risolvere il problema con il minor sforzo possibile e il maggior ritorno sugli investimenti ad alto rischio.
Parlandone in questi termini, sembra quasi che queste tipologie di aziende siano lontane anni luce da ognuno di noi, ed è proprio qui che sbagli:
3 tra le aziende più famose, ricche e potenti al mondo sono partite proprio come startup!
Stiamo parlando di Google, Facebook e Amazon, oggi multinazionali quotate in borsa che hanno scalato la vetta e raggiunto l’apice utilizzando i principi propri del The Lean Startup promosso e avviato dal guru statunitense Steve Blank.
Parlando invece di startup più piccole e comunque utilizzate da ognuno di noi ogni giorno (in qualche caso anche più volte al giorno) che hanno completamente rivoluzionato le nostre vite sono Uber, Just Eat e Booking.
3 delle tantissime startup che hanno semplificato e cambiato la quotidianità di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.
Proprio legato a questo concetto di rivoluzione della vita delle persone, non possiamo parlare di Startup se non parliamo di uno dei processi scaturiti da queste ultime:
stiamo parlando della Digital Disruption, che consiste nella non troppo lenta rivoluzione che una startup apporta nella società e nel comportamento delle persone.
Per comprendere concretamente in cosa consista la Digital Disruption, ti basterà pensare a Whatsapp, e di come quest’app sia diventata uno dei principali mezzi di comunicazione di tutto il mondo.
Guardando le figure soprastanti, potrai facilmente comprendere tutto quello che abbiamo detto finora riguardo alle startup e alla Digital Disruption.
Lo Startupper e l’imprenditore sono la stessa cosa?
Dopo aver analizzato insieme quelle che sono state le definizioni di startup dei guru più famosi del settore di tutto il mondo, nonché aver cercato di spiegare accuratamente cosa sono le startup e quali caratteristiche distintive presentano,
focalizziamoci sul professionista fondatore di una startup:
lo startupper.
Per molti versi, questo professionista potrebbe ricordarti l’imprenditore, però è bene fare una doverosa distinzione tra queste due professioni che, sebbene presentino diverse somiglianze, sono due figure professionali distinte.
Imprenditore: definizione e cosa fa
Quando parliamo dell’imprenditore, parliamo di un professionista che "esercita un’attività economica organizzata per la produzione o lo scambio di beni e servizi" come recita l’articolo 2082 del Codice Civile italiano.
Questo professionista crea un’impresa con lo scopo di generare un reddito per un periodo medio-lungo.
Tra gli obiettivi di un imprenditore figura sicuramente la crescita aziendale, ma non finalizzata a trovare una strategia che gli consenta di farlo nel minor tempo possibile e in modo scalare e replicabile.
Sicuramente, tra gli obiettivi di un imprenditore, non rientra quello di vendere la propria attività a terzi con lo scopo di avviarne altre.
Ed è proprio nel modo di fare impresa che un imprenditore è una figura professionale completamente diversa da uno startupper, di cui non esistono definizioni univoche ma che potremmo sicuramente definire come il fondatore di una o più startup.
Startupper cosa fa
Questa particolare tipologia di imprenditore aspira a fondare una società che, con l’utilizzo di specifiche tecniche e adottando le strategie giuste, mirino ad una crescita rapida, scalabile e replicabile del proprio progetto.
Questa tipologia di imprenditore è sicuramente più propenso a vendere il proprio prodotto per riutilizzarne i ricavi in uno nuovo, a differenza della tipologia di impresa di un imprenditore tradizionale, che viene definita lifestyle company, che spinge l’imprenditore a volersi occupare di questo per tutta la vita.
La meta di una startup è la crescita mediante l’innovazione, e questo ci porta ad un’altra grandissimo elemento di distinzione di uno startupper da un imprenditore tradizionale:
la sua propensione ad accettare la logica del fallimento, che si ricollega ad uno degli elementi distintivi delle startup dalle imprese tradizionali, cioè la forte componente di sperimentazione che la compone.
Procedere per tentativi ed errori in un contesto di forte incertezza e instabilità rende la prospettiva del fallimento nella visione di uno startupper un’occasione di apprendimento.
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L’ingrediente segreto per diventare uno Startupper e capire cos’è una startup
Abbiamo pensato di scrivere questo articolo con lo scopo di fornirti tutte le informazioni utili per capire cosa vuol dire startup e in che modo questa tipologia d’impresa si differenzia da quella tradizionale, con annesse le differenze legate alle due professioni correlate, ma se hai capito che questa potrebbe essere la tua strada e desideri acquisire conoscenze più approfondite, il processo di studio sarà lungo e costante.
Per iniziare, il nostro suggerimento è dare un’occhiata ai libri più famosi e utili su scala internazionale, come ad esempio Startupper di Steve Blank, guru promotore del movimento The Lean Startup di cui ti abbiamo già parlato.
Diventare Startupper: corsi e percorsi online per muovere i primi passi
Le conoscenze e competenze fondamentali per diventare uno startupper di successo non sono poche (e non sono finite e circoscritte):
sappiamo quanto sia difficile capire cosa, dove e come studiare quello che serve per svolgere questa professione, e per questo motivo ti suggeriamo di dare uno sguardo ai corsi per diventare imprenditore online che abbiamo selezionato:
- Laurea Triennale In Economia – Curriculum Start-Up D´Impresa E Modelli Di Business ti fornirà suggerimenti sugli strumenti da utilizzare, le conoscenze tecniche fondamentali per intraprendere una carriera imprenditoriale e delle esercitazioni pratiche da utilizzare per mettere in pratica quanto imparato.
A prescindere dal settore professionale che sceglierai di perseguire è fondamentale che tu capisca se vuoi essere un lavoratore dipendente o indipendente.
Come fai a sapere quali sono le tue attitudini e a capire se sei più predisposto all’uno o all’altro?
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Diventare Startupper: Pro e contro
Se hai capito tutto quello che ci siamo detti riguardo al mondo delle startup e credi che fondare una startup possa essere una delle strade da intraprendere nella tua vita,
sappi che diventare startupper ed essere uno startupper ha i suoi pro e i suoi contro.
Certo, è così per tutte le cose e per tutte le professioni, ma andiamo a vedere insieme più specificamente quali sono gli aspetti positivi di diventare uno startupper e quali sono gli aspetti negativi di questa professione.
L’attività professionale di uno startupper è sicuramente stimolante, dinamica, e dà l’opportunità di mettersi in gioco e acquisire competenze diversificate e trasversali, che ci riporta ad un altro grande vantaggio di lavorare in una startup:
l’assenza di gerarchizzazione all’interno dell’azienda, che comporta l’assenza dei tipici sistemi di potere aziendali è sicuramente una prospettiva lavorativa più allettante e stimolante del tipico schema piramidale a cui siamo abituati quando pensiamo ad un’impresa.
Tra i contro, v’è sicuramente il fortissimo contesto di incertezza in cui nasce e si muove una startup;
le difficoltà per lo sviluppo di una startup sono innumerevoli, e questo sottopone il team operativo quanto lo startupper ad un elevato carico di stress e pressione, che possono spesso portare gli startupper a cadere in depressione
Siamo convinti che se hai scelto di perseguire questo percorso lavorativo questi aspetti, sia quelli positivi che negativi, non saranno i fattori decisivi essenziali per convincerti o scoraggiarti, ma allo stesso tempo intraprendere essere consapevoli dei rischi e degli aspetti positivi è fondamentale per scegliere consapevolmente il proprio futuro.
Con questo articolo speriamo di aver fatto chiarezza su cosa sia una startup e in cosa sia differente da un’impresa tradizionale, nonché di averti fatto concretamente capire cosa sia uno Startupper e quali siano le sue mansioni professionali.
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