Cosa si intende per finanza comportamentale?

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Riassumere con:

La finanza comportamentale è quella disciplina che si occupa di studiare le decisioni degli investitori e/o degli analisti finanziari basate sulle loro influenze emotive e psicologiche e sui pregiudizi. Vengono quindi inclusi nel suo studio principi di psicologia legati al comportamento individuale e sociale.

Finanza comportamentale

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Qual è il presupposto della finanza comportamentale?

Il presupposto della finanza comportamentale è che l’essere umano non è solo ragione, ma ha anche:

  • Emozioni
  • Istinti
  • Pregiudizi

La finanza comportamentale si occupa quindi di capire i comportamenti degli investitori in relazione al mercato finanziario e determinare schemi di comportamento ripetuti e comuni.

Quali sono i due tipi di rimpianto nella finanza comportamentale?

Quando si parla di finanza comportamentale si parla anche delle emozioni perché queste influenzano le decisioni degli investitori. Una delle principali emozioni è quella del rimpianto e si distinguono 2 tipi specifici:

  • Agire
  • Non Agire

A livello tecnico si parla di rimpianto di commissione e di rimpianto da omissione.

Il rimpianto da commissione lo si prova in relazione ad un’azione che abbiamo fatto, ma che non avremmo dovuto fare. Si verifica quando si fa un investimento ma poi il titolo scende e quindi si prova rammarico per l’azione svolta, quindi per aver investito.

Il rimpianto da omissione lo si sperimenta per la situazione contraria: avremmo dovuto fare un investimento ma non lo abbiamo fatto o abbiamo aspettato troppo e ora ci ritroviamo con un guadagno mancato.

Chi ha inventato la finanza comportamentale?

La finanza comportamentale è sorta negli anni ’70 ed è stata sviluppata principalmente da 3 figure:

  • Daniel Kahneman, psicologo
  • Richard Thaler, economista
  • Amos Tversky, psicologo

Economia e finanza viaggiano quindi di pari passo: nell’elaborazione della finanza comportamentale è stata presa in considerazione l’euristica e i pregiudizi.

Queste figure per prime hanno ipotizzato il fatto che il mercato azionario non è sempre governato da moti razionali e facilmente prevedibili, ma al contrario può essere illogico e irrazionale.

Quali sono i cinque principi fondamentali della finanza comportamentale?

La finanza comportamentale prende in considerazione aspetti dell’economia, della finanza e della psicologia. Secondo questa disciplina, quando si tratta di investimenti le persone non agiscono in modo razionale e distaccato ma assumono determinati comportamenti individuali.

Nella finanza comportamentale si distinguono infatti 5 principi fondamentali:

  • Emozioni
  • Informazioni
  • Bias cognitivi
  • Inefficienze di mercato
  • Avversione alla perdita

Emozioni

Le emozioni principali che tendenzialmente hanno un impatto sulle decisioni degli investitori.

  • Paura
  • Insicurezza
  • Avidità
  • Orgoglio
  • Rammarico

Queste emozioni possono condurre gli investitori a fare scelte non razionali che rischiano di influenzare investimenti futuri. Un altro aspetto collegato riguarda gli investimenti eseguiti unicamente perché fatti dalla maggior parte degli investitori (effetto gregge). Altre emozioni sono: ottimismo, entusiasmo, panico, preoccupazione, speranza.

Informazioni

Un altro aspetto che influenza gli investitori riguarda la modalità con cui vengono presentate le informazioni finanziarie.

Bias cognitivi

Riguardano distorsioni mentali e pregiudizi che avvengono in modo inconsapevole quando si deve effettuare una scelta.

Inefficienze di mercato

Succede che in determinate situazioni i mercati si muovono in modo inefficiente o irrazionale, conducendo gli investitori a fare mosse rischiose.

Avversione alla perdita

Una perdita può spingere a mantenere lo stato di perdita lieve per timore di perdite maggiori o a rischiare grosse cifre per tornare a guadagnare.

Quando entra in gioco la finanza comportamentale?

La finanza comportamentale aiuta a capire come le decisioni finanziarie e gli investimenti siano fortemente influenzati da:

  • Emozioni
  • Contesto in cui si vive
  • Esperienze passate
  • Presentazione delle informazioni

La finanza comportamentale cerca di capire i momenti e le modalità che gli investitori scelgono per fare investimenti: l’obiettivo è l’elaborazione di un modello in grado di aiutare gli investitori a prendere decisioni più logiche e oculate, lasciando quindi da parte emozioni, paure e altro. Entra quindi in gioco nel momento in cui le decisioni sono impulsive, irrazionali e gli investimenti di conseguenza sono cattivi e ripetuti nel tempo.

Quando nasce la finanza comportamentale?

Una prima traccia di finanza comportamentale, anche se non così definita, risale al 1700 con il testo “Teoria dei sentimenti morali”, in cui Adam Smith parla dei processi psicologici ed emotivi legati alle scelte degli investimenti finanziari.

La finanza comportamentale come la intendiamo ora è nata all’inizio degli anni ’70: fino a quel momento si riteneva che chi decidesse di investire utilizzasse logica e decisioni razionali volti a valutare attentamente tutti i fattori coinvolti.

La finanza comportamentale analizza l’impatto delle emozioni e dei sentimenti degli investitori. La razionalità lascia quindi il posto all’irrazionalità e talvolta all’impulsività, sempre legata ad emozioni, stati d’animo e pattern caratteriali.

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