Recruiter: come lavorare nelle risorse umane

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Lavorare nelle risorse umane è una scelta davvero ottima dal punto di vista professionale. Le aziende più competitive del mercato stanno comprendendo appieno il reale valore dell’uomo giusto al posto giusto, dando nuovo risalto ai propri dipendenti. Di conseguenza i professionisti come il recruiter stanno diventando sempre più richiesti dalle imprese che vogliono restare sulla cresta dell’onda.

Quella del recruiter, però, è una professione dal sapore anglofono non perfettamente identificata in Italia ed il percorso per diventare un buon professionista con tutte le competenze del caso resta talvolta nebuloso, così come i compiti veri e propri che affronterai in quanto recruiter. Spesso associato al cacciatore di teste o ad un generico specialista in risorse umane, il recruiter ha in realtà un’area di competenza molto specifica.

Scopriamo quindi chi è il recruiter, quali compiti affronterai e quali competenze ti saranno richieste oltre, ovviamente, a quanto guadagna un recruiter oggi.

Recruiter: chi è e cosa fa

Molto banalmente: il recruiter si occupa di recruiting. Mettendo da parte l’ormai dilagante anglofonia per la quale se usiamo un termine inglese ci è tutto più piacevole, il recruiting altro non è che il momento di selezione del personale suddiviso in diversi momenti tutti molto importanti.

Le fasi del tuo lavoro saranno principalmente 3: ricerca, valutazione ed inserimento, alle quali possiamo aggiungere una fase preliminare di analisi delle richieste aziendali.Per selezionare nel modo migliore un impiegato il recruiter ha infatti bisogno di conoscere la realtà aziendale o l’ente in cui inserire il candidato e di individuare il modo migliore per il quale i bisogni aziendali e le capacità dell’impiegato possano incontrarsi.

1. La ricerca

In un secondo momento sarà tuo compito ricercare tramite differenti canali le figure più appropriate al ruolo. Potrai farlo sfruttando le nuove tecnologie o, se avrai giocato al meglio le tue carte, usufruendo del tuo network professionale, ovvero le tue conoscenze nel mondo del lavoro che ti aiuteranno ad eseguire al meglio il compito.

2. La valutazione

Una volta individuate queste personalità arriverà il momento più complesso e per il quale ti servirà una grande esperienza sul campo, ovvero il momento della valutazione tramite colloqui. Durante questa fase ti sarà richiesto di valutare sia l’idoneità professionale che quella personale del candidato.

Durante il colloquio sarai incaricato di guidare la conversazione ponendo domande ed istruendo il candidato circa le mansioni che ricoprirà e le richieste dell’azienda. Questo non sarà un momento semplice. Un buon recruiter sa infatti mantenere un giusto equilibrio tra direttività e libertà di dialogo, favorendo l’espressione del candidato e restando al contempo legato ai temi importanti ai fini professionali.

3. L’inserimento

Dopo aver trovato e valutato il candidato giusto il tuo lavoro non sarà finito, anzi! A questo punto arriva il momento forse più importante e sottovalutato: l’inserimento dell’impiegato nel contesto aziendale. Sarà tuo compito garantire percorsi formativi che sappiano favorire l’inserimento e l’integrazione del nuovo elemento nel contesto di lavoro. In questa delicata fase il nuovo impiegato dovrà essere introdotto non solo alle proprie mansioni, ma anche alle regole del contesto organizzativo in cui verrà inserito.

Tali percorsi formativi sono importanti anche dopo la fase di inserimento, ovvero per tutta la durata del rapporto di lavoro. Essi sono infatti capaci di migliorare la produttività e aumentare il benessere aziendale permettendo agli impiegati di sviluppare il proprio potenziale e di trovarei l proprio posto confortevole nell’azienda.

Insomma, il recruiting è un lavoro da non sottovalutare e che diviene sempre più importante tanto per le aziende quanto per i singoli professionisti. La professione del recruiter ti darà anche buone possibilità di carriera. Potrai infatti puntare ad una scalata verticale in azienda e diventare HR Manager aumentendo il tuo peso nell’impresa, insieme alle tue responsabilità e ad i guadagni percepiti.


A prescindere dal settore professionale che sceglierai di perseguire è fondamentale che tu capisca se vuoi essere un lavoratore dipendente o indipendente.

Come fai a sapere quali sono le tue attitudini e a capire se sei più predisposto all’uno o all’altro?

Fai il test e scopri se sei più adatto al lavoro dipendente o autonomo!


Lavorare nelle risorse umane: diventare recruiter

Per effettuare un buon recruiting ti sarà indispensabile un percorso che sappia fornirti conoscenze di stampo psicologico, economico ed un’infarinatura di giurisprudenza.

Il percorso che mi sento di consigliarti sopra ogni altro è quello di psicologia. Potrai iscriverti ad un corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche (di cui ti parlo nel dettaglio qui) per poi continuare con l’indicatissimo ed utilissimo percorso di studi in Psicologia del Lavoro. Questo corso di Laurea Magistrale (di cui ti parlo dettagliatamente qui) che ti fornirà tutte le conoscenze di cui sopra.

Da non sottovalutare è anche il percorso di giurisprudenza (di cui ti parlo qui) e quello in economia che affronto nel dettaglio nei miei due articoli dedicati: Economia:guida ai corsi di Laurea Triennale ed Economia guida ai corsi di Laurea Magistrale.

I Master: l’asso nella manica

Qualsiasi percorso tu abbia scelto, ciò che può fare davvero la differenza è il giusto Master. Le aziende tendono infatti a prediligere professionisti con formazione post-laurea e, soprattutto, con una certa esperienza diretta con il mondo del lavoro. I Master ti permetteranno infatti di entrare in contatto con il recruiting vero e proprio, oltre a garantirti programmi sempre aggiornati, a differenza di quanto può accadere all’università la quale propone percorsi talvolta fin troppo teorici.

Recruiter: quali competenze

Le competenze fondamentali per svolgere un buon lavoro di recruiting sono il risultato di una fusione di competenze personali innate, psicologiche ed legislativo-economiche. Tra queste ti segnalo:

  • Capacità di reclutare, selezionare e formare le risorse umane
  • Ottime capacità di senso critico, apprendimento attivo e problem solving
  • Capacità di negoziare, discutere e trattare
  • Saper comunicare in modo chiaro e coinvolgente
  • Flessibilità ed adattabilità
  • Capacità di gestire il tempo proprio ed altrui
  • Saper progettare e dirigere interventi formativi in azienda
  • Capacità di istruire e comprendere l’altro

Quanto guadagna un recruiter

Stando ai più recenti dati INPS un recruiter guadagna in media 2500-3000 euro al mese, ma le cifre che percepirai cambieranno molto in base ai clienti con i quali ti interfaccerai. Potendo lavorare sia nell’ambito pubblico che nel privato ti anticipo che più grande sarà l’azienda e più importante il tuo ruolo in questa, maggiori saranno i guadagni a cui potrai arrivare.

Se ci mettiamo anche buone opportunità di crescita verticale ed una buona employability, quello del recruiter è un lavoro da non lasciarsi scappare!

Risorse umane: letture consigliate

Un libro che ho già consigliato in un altro articolo, ma che merita sicuramente di essere riproposto è Risorse umane. Persone, relazioni e valore. Quest’opera merita molta attenzione in quanto ci dà l’esempio di come andare oltre il valore prettamente professionale di un professionista e scoprirne il valore personale che è una ricchezza da non sottovalutare in ambito aziendale. *

Più che un libro, la seconda lettura che ti consiglio è un vero e proprio manuale di HR Management, ovvero: Strategic HR Management. Gestione strategica delle risorse umane , opera che affronta in modo sintetico e lucido l’importanza della giusta risorsa umana per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Se l’articolo ti è piaciuto condividilo con tutti i tuoi amici . Per qualsiasi curisosità sul lavoro nelle risorse umane scrivi nei commenti qui sotto e sarò felice di risponderti!

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